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Istituto Comprensivo
3 Modena

Sabato 11 marzo Mariagrazia Marcarini a Palazzo Marino-Milano ha parlato di scuola che “sa” di casa, di aule leggibili e di IC3 Modena

Commento alla presentazione fatto dall'autrice

L’immagine del taràssaco rappresenta una metafora. Legata al “soffione” c’è una bellissima fiaba che vede questi fiori protagonisti di storie di sogni, desideri e di idee che si diffondono. Questo avvenimento naturale può essere strettamente correlato al meccanismo della diffusione delle idee e dei desideri che si realizzano: soffiando con decisione tutti gli acheni in una sola volta, questi si spargono ovunque, anche nei terreni più aridi, affinché alimentati dal desiderio crescano e si concretizzino. L’ingrediente di una buona semina è il connubio tra la pedagogia e gli spazi, in particolare, la necessità di diffondere e concretizzare le idee di «architettura educatrice» e «scuola che “sa” di casa».

La prima frase, è stata scritta dal grande architetto Ernesto Nathan Rogers in un editoriale del giugno del 1947 su Domus in cui, appunto, riteneva che “i problemi dell’istruzione non possono compiersi senza un’architettura educatrice”,

La scuola che “sa di casa”, è stata scritta da molti pedagogisti, come Montessori, Dewey, Washburne, ma anche architetti come Herman Hertzberger, inoltre, dalle interviste fatte in alcune ricerche a molti studenti e docenti italiani e stranieri, è emerso che molti di loro auspicano una scuola che abbia il “sapore” di casa, che tradotto significa stare bene a scuola in un “benessere” diffuso, tanto che si abbia sempre voglia di stare a scuola.

Gli ultimi studi scientifici sulle neuroscienze in relazione al rapporto tra le persone e spazi avvalorano ciò che già in passato molti studiosi a partire da Rousseau, Comenio, Fröbel, Montessori e Dewey per arrivare a Foucault e Gibson ecc. avevano già scoperto: gli spazi intesi come ambienti hanno una forte influenza sulle persone. Per tale ragione è importante prestare molta attenzione soprattutto agli spazi educativi e scolastici, che sono anche luoghi di vita quotidiana. Pertanto ambiente, oggetti e azioni devono interagire in modo coordinato per migliorare la qualità dell’apprendimento e per l’acquisizione di competenze da parte di tutti gli studenti, considerati come persone nella loro unicità, specificità e integralità. Ci deve essere inoltre un’alleanza tra spazi, azioni e nuove tecnologie.

Vengono presentate due scuole come due esempi paradigmatici di progettazione partecipata e condivisa con un progetto pedagogico su cui si fonda poi la realizzazione architettonica della scuola, esempi, quindi, di “architettura educatrice”.

La Hellerup Skole è stata costruita e inaugurata nel 2002 con il programma SKUB (The School of the Future), sviluppato a Gentofte, un piccolo comune a Nord di Copenhagen. Il modello SKUB è stato un programma limitato, ma significativo perché ha creato un trend a livello europeo, proponendo una nuova visione di scuola. È una scuola totalmente senza aule, con spazi aperti e un “Museo vivente”. Le lezioni si svolgono nelle Home Base che sono delle costruzioni di due metri per due. Gli studenti si siedono per circa 20 minuti ad ascoltare la spiegazione e poi escono e decidono in quale spazio svolgere le attività previste.

La scuola secondaria di primo grado “Mattarella” I.C.3, è stata inaugurata il 15 di settembre 2016 da Matteo Renzi, è una scuola luminosa, bella ed empatica, innovativa, progettata secondo un pensiero pedagogico fortemente voluto, progettato e condiviso dai docenti; è organizzata con aule disciplinari con lim e in ogni aula è presente uno spazio un po’ raccolto e morbido, denominato “isola che c’è” che permette agli studenti nel momento in cui ne sentano la necessità di utilizzarlo per un momento di studio o di riflessione personale. I banchi possono essere spostati a seconda delle attività didattiche che vengono svolte. Sulla terrazza della scuola è presente uno spazio verde didattico che può essere coltivato dagli studenti. Sono presenti molti spazi esterni per le attività sportive.

Le penultime slide riguardano la POE-Post-Occupancy Evaluation che è una valutazione degli spazi, dopo che sono stati consegnati e abitati dai destinatari, distanza di tempo stabilita.

È molto importante applicarla alle scuole. Recentissime ricerche nelle scuole milanesi svolte dal Politecnico di Milano, coordinate dalla prof.ssa Franchini ed anche in altri paesi stranieri, soprattutto anglosassoni, Gran Bretagna e Australia.

Le ultime riguardano la Green School di Bali. Pur essendo fuori dal nostro contesto culturale e climatico, è interessante perché come le due nuove scuole milanesi che verranno realizzate in Via Strozzi 11, nel Municipio 6 e in Via Viscontini 7, nel Municipio 8, è tutta realizzata in legno e visto che si parla di legno come materiale sostenibile e “green”, ed anche perché il legno è un materiale che ricorda molto la casa e dà un senso di protezione e di benessere.

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